martedì 12 febbraio 2013

da un articolo di Jack O'Malley


In tempi di dimissioni a Roma, Osvaldo ha scelto il suicidio (sportivo, si intende). Tirare un rigore al posto di Totti (per di più sbagliandolo) è come scrivere un editoriale al posto di Travaglio e finire per elogiare gli avvocati di Berlusconi. Il Corriere dello Sport, sobriamente, ha scelto di dare poca importanza al fatto, e ha titolato a tutta pagina: “Osvaldo, ora basta”, il che a Roma equivale a una scomunica con mandato di cattura internazionale (l’editoriale di prima pagina contro l’italo-argentino faceva apparire moderati i comizi di Borghezio). Per fortuna ci ha pensato Delio Rossi a mettere tutti d’accordo, con un bel dito medio al vento come nemmeno nei nostri pub dopo la quinta pinta di birra. Nulla contro le provocazioni, per carità (i moralismi li lascio a voi), ma non tutti possono permettersi certe cose: volete mettere le manette di Mourinho, o il segno della croce del portiere del Celtic nel derby contro i Rangers, o Mazzone sotto la curva dell’Atalanta? Solo i grandi possono. Solo Gascoigne poteva ruttare così nei microfoni della Rai.

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