sabato 31 marzo 2012

Parma - Lazio 3-1

Luci ed ombre..anzi diciamo solo ombre (visti i continui abbassamenti di tensione all'impianto d'illuminazione) dalla triste Parma. A proposito la scritta sopra la tribuna " Cassa di risparmio di ... e Parma che resiste da tempi immemori, quando la cambiano ?
Comunque qua senza Miro siamo da metà classifica e questo è il tipico risultato da metà classifica.....
Tutti a casa e speriamo in tempi migliori.....

 

mercoledì 28 marzo 2012

ALESSANDRO NESTA e le sue parole.......

Le immagini di quello Scudetto le ho ancora scolpite nella testa. Non ho mai provato niente di simile nella mia vita…”.


Devo tutto a mio padre che per anni ha fatto sacrifici incredibili per portarmi in giro da una parte all’altra della città. Allenamenti, partite.. solo ora che sono genitore posso capire davvero. Per questo gliene sarò sempre riconoscente. L’altra persona a cui devo tutto è Volfango Patarca che mi ha visto giocare e mi ha subito portato nella mia squadra del cuore, la squadra della mia vita, la Lazio.”
Giocavo nella U.S. Cinecittà, società affiliata alla Roma. Mi volevano, ma io vengo da una famiglia profondamente laziale, così papà ringraziò ma disse di no. Nella mia zona eravamo circa 3000 famiglie e solo la nostra era di fede laziale.”
Ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile, ho giocato 8 anni da titolare nella prima squadra, ho fatto il capitano, ho vinto tanto e alzato tanti trofei, per questo la Lazio è e sarà sempre parte della mia vita.”
LA MIA VERITA’: “Sono dovuto andare via, perché la Lazio aveva problemi economici molto seri: in un giorno hanno venduto sia me che Crespo. Il mio sogno era quello di giocare per sempre con la Lazio, ma non mi è stata data possibilità di scelta. La società in quel momento mi ha fatto uscire male di scena. Se mi fosse accaduto oggi, mi sarei difeso meglio e sarei stato in grado di gestire meglio la vicenda. Decisero di vendermi per fare cassa, ma passai io per quello che voleva andare via. Loro dovevano dire come stavano le cose, tanto la verità sarebbe venuta a galla. Dovevano dire che navigavano in cattive acque e che la Lazio era piena di debiti. Io avevo ricevuto tanto dalla Lazio ma avevo dato anche molto, meritavo più rispetto!”
 “Il momento più bello? La conquista dello scudetto vinto in quel modo. Noi dentro lo stadio a guardare la Juventus che giocava, con 70mila persone sospese con noi. Poi il momento del trionfo, un’emozione impressionante, perché vincere a Roma non è come vincere altrove. Le immagini di quello scudetto le ho ancora scolpite nella testa. Non ho mai provato niente di simile nella mia vita…”
Il derby maledetto:In quella partita è stato bravo Montella, ma io proprio non c’ero con la testa quella domenica. Come tirava faceva gol e uno me lo sono fatto da solo. non cerco alibi o scuse ma per me, quella fu una settimana difficile. La società mi aveva convocato nei giorni antecedenti al derby, per dirmi che a fine stagione, dovevo andare via, perché non c’erano soldi. Mi avevano ceduto alla Juve. Io non volevo andare, ci sono state delle tensioni, è successo un casino quel giorno. All’intervallo di quello sciagurato derby, è bastata una scintilla per farmi esplodere, ho mandato tutti a quel paese e sono uscito di scena. Ero giovane.. ho sbagliato…”
IL MIO CALCIO ERA LA LAZIO”: “potevo andare in molte squadre, avevo l’imbarazzo della scelta ma io volevo la Lazio, per me quello era il calcio, il mio calcio era la Lazio. Tante squadre mi hanno sempre cercato, ma io ho detto sempre di no. Poi il giorno dell’ultimo allenamento eravamo in campo a fare il torello a Formello. Arriva la chiamata del figlio del presidente, che mi ha detto che non avevo scelta e che dovevo andare via, che dovevo accettare per forza perché il mercato stava chiudendo. Non ho potuto fare nulla, mi hanno mandato via subito, neanche il tempo di prendere le mie cose perché avevo l’aereo per Milano. Quando arrivai a  San Siro, dove c’era un derby amichevole ho visto anche Crespo e gli ho chiesto cosa stesse facendo lì. Lui mi ha risposto che l’avevano venduto all’Inter. A quel punto l’unica cosa che gli ho chiesto è stata: “Ma è rimasto qualcuno a Formello?”
: “Quel giorno per me è stato terribile. Mi hanno messo sul balcone a salutare la gente con una maglietta in mano, mi sono trovato in una realtà che non mi apparteneva. In conferenza  stampa con Galliani avevo una faccia da funerale, perché quello era il mio stato d’animo. Oggi mi sono ambientato, i successi aiutano a cancellare tutto.. o quasi….”



 PERCHE' LA LAZIO E' MOLTO PIU' DI UN TROFEO  
PERCHE' CHI HA PER MAGLIA IL CIELO CON UN' AQUILA CHE VI VOLA...
NON INDOSSERA' MAI PIU' QUALCOSA DI UGUALMENTE BELLO
PERCHE' GRAZIE A DIO LA PASSIONE A VOLTE SCALDA IL CUORE PIU' DEL DENARO
 O ALMENO LASCIATEMELO CREDERE......... 



lunedì 26 marzo 2012

Mario Frustalupi

 Omen Nomen.......


Mario Frustalupi, il regista che rinacque tre volte. Ne parla anche Guy Chiappaventi, nel recente Pistole e palloni. Ultimo di otto fratelli. All’anagrafe, Mariolino. Un nome che lo imbarazzava, non perché sembrava rimandare a «quel fisico da impiegato delle poste», 1.66 per 66 chili, ma perché era un altro modo per confonderlo con Corso. Nasce il 12 settembre 1942, a Orvieto. Fa un provino nel Milan. «E’ bravo, ma non ha il fisico. Ripassate, casomai». Casomai è Genova, Sampdoria. Entra nel giro della prima squadra a 18 anni, panchina fino al 5 maggio 1963. Primo gol in A, all’esordio. Torino-Sampdoria 4-2. Regista di classe, destro e sinistro, al figlio Nicolò dice: «Non accontentarti di un piede solo. Non basta». Resta alla Samp, con la moglie Carla, fino al `70. Heriberto Herrera lo vuole all’Inter, per sostituire Suarez. Ma Herrera salta subito. Al suo posto, dalle giovanili, Invernizzi. Addio cabina di regia, Corso e Jair (non esattamente suoi estimatori) esultano. Quell’Inter vince uno scudetto, Frustalupi è spesso in panchina. L’anno dopo, con Corso squalificato in Europa, è schierato in Coppa Campioni. Arriva in finale, perde con l’Ajax e Cruyff. Fine della corsa, l’Inter lo scarica alla «provinciale» Lazio come contropartita per Massa. Giunto a Roma, litiga con Chinaglia, scopre che i tifosi lo ritengono «un ferrovecchio affibbiato dal Nord». E lo spogliatoio è una polveriera. Lega con Martini e Re Cecconi, senza condividerne idee politiche e passione per le pistole. E’ socialista, quando il socialismo è ancora idea e tramite della sinistra. Il Psi alleato con Pci e Democrazia Proletaria, sconfitto nel `76 dal «turarsi il naso» montanelliano. Niente sorpasso sulla Dc, niente alternativa di sinistra. Al segretario, De Martino, si rinfaccerà l’eccessiva sudditanza al Pci. Lui: «Noi abbiamo scosso l’albero, e i comunisti hanno raccolto i frutti». E lo sostituiranno con un ammiratore della socialdemocrazia tedesca. Benedetto Craxi.
I tifosi della Lazio lo chiamano «Frusta». Soprannome fuorviante, non rende conto della classe. Quella Lazio, la «provinciale», vincerà lo scudetto. 12 maggio 1974. Frustalupi titolare, sempre. Gigi Martini: «Lui era il genio, noi la sregolatezza». «Nano sapiente», per Brera. Ma alla Lazio dura un altro anno appena. Poi, ancora: ci spiace, sei finito. Lui, che una volta disse che «i giocatori sono eterni bambini, bisognosi di continue attenzioni, quando vanno in panchina muoiono», porta i suoi 33 anni e il look da beat (capelli lunghi, basette lunghe, stivaletti con la zip, giacche mai) a Cesena. Il Cesena arriva sesto, finisce in Coppa Uefa. Nel `77, per la terza volta: ti vendiamo, sei finito. Potrebbe smettere, non smette. Lo vuole il Genoa, l’allenatore Gigi Simoni blocca il trasferimento: «Frustalupi? Giocava ai miei tempi, che me ne faccio».
Se ne fa la Pistoiese. E Guccini. Nell’80, serie A. La terza rinascita. L’anno dopo, si ritira. A quasi quarant’anni. Apre una concessionaria Lancia, fa ripartire la Pistoiese dopo il fallimento, s’inventa direttore sportivo e pre-procuratore (non pagato). Scopre Ruben Sosa. Il 14 aprile 1990, il sabato di Pasqua, sull’autostrada Voltri-Sempione, sta raggiungendo la famiglia a Cervinia. Nel portabagagli ha un uovo di Pasqua. La sua Lancia Thema è travolta da una Golf. Muore sul colpo. Lui, i quattro della Golf.




domenica 25 marzo 2012

Lazio 1-0 Cagliari

Le Bandiere




E LA CLASSIFICA ARRIDE....






La biglietteria lontana per sicurezza e per rompere...... a chi ancora è così pazzo da preferire lo stadio alla PAY TV ma se ti scappa per forza la giocata alle tre meno dieci, ora puoi!!!


 LA VOCE AVEVA RAGIONE......

Bomber Fiorini....

A chi tifa dal cielo....

sabato 24 marzo 2012

domenica 18 marzo 2012

catania - Lazio 1-0

 Bah!!! Un passo avanti due passi indietro..
questa è la nostra stagione
questa è la gestione....
.stretta la soglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia
Segue il link ad un sito del catania che descrive la partita di questo pomeriggio
http://www.catania46.net/ct46/blgwp/?p=9961

venerdì 16 marzo 2012

c'è catania - lazio.....


e i derby 2011-2012

Ognuno porta a casa il proprio risultato....







Ed ognuno resta con i PROPRI SIMBOLI...............

IL CODICE DELL'ATLETA


Rispetta le regole dello sport e vincerai nella vita.
Sii leale con gli avversari e lo sarai con te stesso.
Abbatti con lo sport ogni barriera sociale.
Costruisci la tua vittoria con sacrificio e determinazione.
Insegui la vittoria anche se preceduta da una sconfitta.
Vinci e supera te stesso nel rispetto dell'avversario.

lunedì 12 marzo 2012

Lazio 1-3 Bologna

Fossero tutte così le sconfitte le accetterei con il sorriso, sarebbero anche molte di meno.
Hanno lottato anche contro l'impossibile, sotto di due goal e in 9. Si sbaglia, non è quello il problema, si combatte questa è l'unica cosa che chiediamo.
Contro la busona e nebbiosa compagine bolognese si è sbagliato ma nulla proprio nulla è andato per il verso giusto....

vola Olimpia






Le barriere modello percorso bestiame un solo cancello aperto per far passare la gente da un settore all'altro con chiari rischi per l'incolumità della gente. Ma si sa ti vogliono spettatore da schermo al plasma 150 pollici, lo stadio è pericoloso, sembra abbiano vinto loro ?!!


Il ponte della musica, il nulla fatto architettura, l'inutile fatto opera pubblica. Con gli stessi soldi ci ristrutturavi e rendevi più agevole tutto il complesso del Foro Italico. Ma "è opera del fascismo" e giù ancora divisioni tra ideologie deficenti quanto chi ancora le professa non sia mai uno sguardo a cio che migliora o meno la vita della gente. La politica ha il miglioramento della vita degli uomini che le si affidano come compito. Non ha il perpetuarsi di sistemi falliti come tutti i sistemi aprioristici che vogliono l'uomo per il sistema e non il sistema a sevizio dell'uomo. Leggetevi Aristotele invece di altri autori di basso regime...

venerdì 9 marzo 2012

POST DERBY....


aridatece "er commmanndo"

Si perché anche se di connotazione protopartenopea almeno eravate qualcosa con un' identità.
Poi a forza di scimmiottare di seguire come gregge, perché più che branco di lupi, come insieme, siete più gregge.

Con qualche capobranco da seguire, slogan da ripetere come mantra, identità e presunte discendenze da sbandierare.
Cosi siete nati nel 27' e chiamate ospite chi c'era prima di voi, deridete gli stendardi della nord ad un derby ed ora non usate che quelli, con frasi senza senso. Rinnegate amicizie e gemellaggi, offendete la memoria dei defunti. Assalite famiglie, donne e bambini con vigliacche imboscate. 

Chi ricorda gli anni 80' vi ricorda, antiestetici, bori, con sciarpe legate alla testa, almeno eravate cafonamente originali, adesso v'è rimasta solo la cafonaggine...

mercoledì 7 marzo 2012

Trilussa e L'Aquila


L'uguaglianza

Fissato ne l'idea de l'uguajanza

un Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,

siccome te ne stai su la montagna

bisogna che abbolimo 'sta distanza;

perché nun è né giusto né civile

ch'io stia fra la monnezza d'un cortile,

ma sarebbe più commodo e più bello

de vive ner medesimo livello. -


L'Aquila je rispose: - Caro mio,

accetto volentieri la proposta.

volemo fa' amicizzia? So' disposta:

ma nun pretenne che m'abbassi io.

Se te senti la forza necessaria

spalanca l'ale e viettene per aria:

se nun t'abbasta l'anima de fallo

io seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo.


                                              TRILUSSA


Trilussa e il lupo

Rimedio

Un lupo disse a Giove: - Quarche pecora

dice ch'io rubbo troppo... Ce vô un freno

per impedì che inventino 'ste chiacchiere... -

E Giove je rispose: - Rubba meno.

                                
                                              Trilussa.

GLI UNICI " PADRONI DI CASA "


martedì 6 marzo 2012

l'unica squadra di ROMA


Realmente in vendita negli as roma store

modello rocky

sobrio ma deciso


da paura!!! non è uno scherzo li vendono veramente

ah freeddi  perrii

meravigliosa
romanista nell'intimo

modello er piotta


senza parole


la palla con la neve

pedalino da completo grigio


la casa di classe si riconosce dalla porta
Non siete coatti voi sono gli altri che non vi capiscono......

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